Per la rubrica Conosciamo gli Studenti di Rainbow Academy, intervistiamo Carlo Bernardini, Character Artist autore della maschera “Fauci del Corvo”. La maschera dark-fantasy è stata ideata, modellata e poi realizzata con la stampa 3D da Carlo che ha gestito personalmente tutte le fasi del progetto.
Al termine del Master di 3D Digital Production, Carlo ha avuto l’opportunità di fare uno stage nello Studio di Animazione di Rainbow CGI per poi inserirsi stabilmente nel Team produttivo e lavorando a progetti internazionali, come ad esempio, solo per citare l’ultimo in ordine cronologico, 44 Gatti.
Attualmente è un Character Artist freelance. I suoi lavori sono visibili sul suo canale su ArtStation.
Come è nata l’idea di questa maschera dark-fantasy?
L’idea iniziale era di creare una versione organica della famosa maschera del cerusico o dottore della peste. Da sempre osservando le maschere originali le ho sempre ricollegate a dei becchi, quindi ho ideato un design che rappresentasse appunto delle fauci. Amo lo stile dark-fantasy, così ho pensato di dargli le forme di una maschera di metallo con delle fauci mostruose e aggressive. Per le fauci mi sono ispirato ad un concept di Darya Kikimora: “The Crow-Monster”. Per la parte in metallo invece, mi sono ispirato alla maschera di Corvo da “Dishonored”, ho volutto aggiungere dei motivi floreali d’oro, per renderla più elegante e d’impatto.
La modellazione di una maschera con queste caratteristiche appare chiaro essere molto articolata, quali sono state le sfide di fronte alle quali ti sei trovato e quali le fasi più difficili da superare?
La vera sfida è stata realizzare una maschera pensata per essere indossabile, in cui la mandibola doveva potersi aprire e chiudere a piacimento. Di conseguenta la modellazione e la scultura digitale si sono rivelate complesse proprio per la funzionalità che doveva avera la maschera una volta stampata. Per la modellazione delle fauci sono partito dal concept, per poi rifinirla in base a come mi serviva. Grande attenzione ha richiesto tutto il lavoro necessario ad evitare il compenetramento denti all’apertura della mandibola. Una vola definite tutte le parti ho applicato un surface noise che ha dato la ruvidità dell’osso. La base del metallo è stata una fase rapida, mentre il motivo floreale si è rivelato più complesso. Sono partito da un pattern su cui con Maya ho modellato dei pianetti dandogli la silouette dei fiori. Poi sono passato su ZBrush, qui li ho duplicati in modo che riempissero la superficie che mi interessava e li ho proiettati su di essa per far combaciare le forme. Infine ho usato il deformatore “inflat” che ha spinto i pianetti di poco dentro la geoemetria per evitare buchi involontari durante la stampa 3d andando ad estrudere i pianetti per dare lo spessore.
Come hai gestito tutta la parte tecnica legata all’indossabilità della maschera?
Ho creato prima l’incastro della mandibola e quello per le lenti e i passanti per i lacci, mentre per la forma della testa ho trovato un modello di maschera geometrica stampabile su thingiverse. Poi ho creato delle geometrie base che poi sono andato ad unire o sottrarre in boolean alle fauci.
Dalla modellazione 3D alla stampa 3D: quali sono stati i passaggi?
Ho suddiviso la maschera in pezzi con gli inscastri per mandarlo in stampa. Ho poi esportato il modello suddiviso e ottimizzato su Cura per creare il .gcode e infine l’ho inviato in stampa. Dopo circa cinque giorni i pezzi erano pronti. Ho pulito i pezzi e stuccato le fessure degli incastri, prima della pittura ho passato qualche mano di coprente e poi le vernici spray avorio e metallo, i dettagli li ho colorati con il pennello e gli acrilici. Infine ho incollato le lenti in plexiglass con pellicola unidirezionale, incollato l’elastico per la chiusura della mandibola e legato le fascette laterali.
Tempi, intenti e risultato. Qual è il tuo personale bilancio su questo progetto?
Il tempo complessivo impiegato è stato di un mese e mezzo circa, è stato un ottimo test per capire come creare accessori per cosplay e non solo. Il risultato allo stesso tempo mi ha meravigliato e entusiasmato!
Si ringrazia Stefano Gilioli per le foto d’autore a Carlo Bernardini che indossa la sua opera “Fauci del Corvo”.